I Piccoli Musei del prossimo decennio
X Convegno Nazionale Piccoli Musei
Sintesi dell’intervento di Giancarlo Dall’Ara, Presidente Ass.ne Nazionale Piccoli Musei
All’inizio della nostra storia i Piccoli Musei non c’erano, c’erano i Musei. E i piccoli?
L’immagine dei Piccoli Musei veicolata sulla stampa in questi 10 anni evidenzia tre diverse posizioni:
1. Assenti/marginali
2. La scoperta
3. Troppi, meglio non farli nascere
La prima posizione, quella dell’assenza/marginalità, faceva si che si parlasse di piccoli Musei, in genere nelle cronache locali, solo quando erano a rischio chiusura, o quando chiudevano definitivamente.
La seconda posizione è stata invece quella della scoperta, per la quale i Piccoli Musei esistono, alcuni sono dei veri tesori da scoprire e da consigliare, ma sono troppi. “Troppi, poveri ma belli”, titolava il quotidiano “La Stampa” nel novembre 2013 presentando una ricerca Istat.
E si arriva alla terza posizione per la quale i PM sono inutili, doppioni dove si espongono le stesse anforette, gli stessi cocci, indistinguibili tra loro. E per questo sarebbero senza visitatori.
Tre posizioni che si commentano da sole, e che nascondono un pregiudizio: l’aggettivo “piccolo” in Italia, è un aggettivo penalizzante, un diminutivo, insomma un concetto in negativo che sottolinea le mancanze, non le differenze.
Per scardinare queste visioni e quel pregiudizio, e dare così spazio e valore ai PM è nata l’Associazione Nazionale Piccoli Musei (APM), che ha avviato un ciclo di convegni nazionali, di Giornate Nazionali e di iniziative di approfondimento, formazione e sensibilizzazione di carattere regionale e locale.
Ma veniamo all’oggi e al tema del Convegno: “I Piccoli Musei del prossimo decennio”. Il modello sul quale si è da tempo costruito il successo dei grandi musei e delle mete d’arte, quello dell’affollamento, degli eventi-ressa, ha mostrato tutti i suoi limiti: è un modello insostenibile sia dal punto di vista ambientale che sociale. Correttamente è stato definito un modello dissipativo delle risorse disponibili liberamente, quali appunto l’ambiente, i beni culturali, i centri storici….
Una delle possibili soluzioni è quella di adottare modelli di sviluppo puntiformi, non irrigiditi con formule quali gli itinerari turistico-culturali, o i pacchetti, che finiscono per incanalare e ricreare affollamenti.
E’ dunque il momento dei Piccoli Musei: in una strategia che vada oltre “i soliti giri” e i luoghi da cartolina. I PM possono dare un contributo strategico allo sviluppo diffuso e compatibile. Si è già visto infatti che anche quando un PM registra numeri rilevanti riesce a farlo in modo governato e sostenibile.
Perché questo scenario accada occorre assumere il punto di vista per il quale “grande e piccolo si caratterizzano a vicenda”.
Giancarlo Dall’Ara, Presidente APM
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